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Cosa sono le interferenze nelle performance sportive?
Come può un atleta gestire le interferenze attraverso la piena consapevolezza delle proprie potenzialità?

Interferenze, Coaching e Inner Game per vincere

Questa è una delle tematiche fondamentali dello Sport Coaching, tanto che lo stesso padre fondatore del Coaching, Tim Gallwey, ha elaborato una specifica formula:

P = p – i

Cioè:

Performance = potenziale – interferenze

Delle 3 variabili indicate, l’atleta (assieme al coach) riesce ad avere il pieno controllo soltanto su una: su quella delle potenzialità.

Ogni sportivo porta nel proprio corredo genetico specifiche ed uniche potenzialità (possono “risuonare” in modo potente ed essere “lavorate” a livello mentale) che lo contraddistinguono da chiunque altro e ne definiscono il valore.
La variabile più “fuori fuoco” è quella che identifica le interferenze legate da:

  1. Fattori climatici
  2. Fattori locali
  3. Fattori personali

Salta subito all’occhio che l’avversario non è considerato come una interferenza dal momento che  viene identificato come una “pedina” del gioco.

D’altronde la base del coaching è specificatamente quella che affronta il “proprio avversario interno”: la teoria dell’Inner Game è nota e condivisa!

È diverso il discorso per gli altri fattori che rappresentano i veri stressor che poi influenzano la resa durante la prestazione.

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Proviamo ad analizzarli singolarmente.

Fattori climatici.
Sono quelli realmente ingestibili da parte dell’atleta e che vanno affrontati di volta in volta in maniera singolare e specifica.
Va tenuto anche presente che alcuni sport non sono praticabili con determinate situazioni (senza vento non si apre il campo di regata; con la pioggia non si può giocare a tennis; un improvviso rialzo di temperatura può modificare il cristallo della neve di una pista e quindi annullare la gara).
Inoltre le condizioni climatiche possono variare, anche più volte, nell’arco della prestazione, costringendo l’atleta ad adattare le proprie condizioni fisiche.

Fattori locali.
Sono quelli che caratterizzano determinate location in cui si svolgono le gare: campi da gioco con superfici particolari (campi di calcio in erba vera o sintetica; palazzetti con molto o poco pubblico; tifo particolarmente ostile e vivace). In questi casi i top atleti devono saper gestire al meglio questi fattori di interferenza, richiamando la propria concentrazione a livelli superiori e focalizzando le risorse su specifici focus attentivi.

Fattori personali.
Sono quelli legati al “come si sente l’atleta”: si può trovare in un periodo positivo o negativo, è fisicamente pronto o sta recuperando dopo un infortunio, subisce delle situazioni familiari o lavorative critiche e distraenti, ecc.
Su questo terreno le potenzialità esplicano tutto il loro vigore, andando ad attivare in maniera efficace la “macchina sportiva” che è chiamata alla performance.

I cosiddetti “Atleti robot” sono quelli che “premendo un pulsante” riescono ad eliminare qualsiasi ostacolo  riuscendo a focalizzarsi per un tempo determinato sulla prestazione sportiva.

Ecco quindi che diventa chiaro il compito dello sport coach: rendere le interferenze gestibili per l’atleta, focalizzare la concentrazione sul “qui ed ora”, sviluppare un costruttivo self talk e raggiungere lo stato di flow.
Solo così siamo pronti per gestire le interferenze e migliorare la performance: vincere, vincere, vincere.

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